Cannavacciuolo e la puntata più dura di Cucine da Incubo (Mammeincucina.it)
Per Antonino Cannavacciuolo non deve essere stato facile affrontare questo ristorante durante l’ultima stagione di Cucine da Incubo.
La versione italiana di Cucine da incubo, format di importazione USA dove si chiama Kitchen Nightmares e viene condotto da Gordon Ramsay, ha festeggiato a inizio 2025 l’avvio della decina edizione e già ne abbiamo viste di tutti i colori. Lo chef Antonino Cannavacciuolo, che conduce l’edizione italiana, ha aperto questa edizione con Il rifugio del ghiottone, gestito a Grosseto da Yaqueline.
Il viaggio è poi proseguito vicino Matera, dove un ex cameriere gestisce un ristorante e si improvvisa cuoco per onorare la memoria del fratello, e si è risaliti verso il centro, ad Avezzano, sulla Marsica, dove la cuoca di un ristorante su un laghetto si trova a che fare con il marito che tratta male un po’ tutti. Nella quarta puntata, si va a Rivoli, nel torinese, in un altro ristorante dove la morte del titolare si è fatta sentire.
Nella quinta puntata, Cannavacciuolo va a trovare un ristorante a gestione familiare a Marano su Panaro, dove a pesare sono proprio i complicati rapporti familiari, in particolare genitori-figli. Lo chef poi torna a sud, a Tropea, per affrontare una situazione davvero disastrosa, ma mai quanto quella dell’ultima puntata finora trasmessa, in un ristorante di Pavia.
Questo ristorante a gestione familiare, un tempo il luogo ideale per cene romantiche indimenticabili, è oggi ben lontana dal suo periodo d’oro. Antonino Cannavacciuolo ci ha abituato a retroscena difficili, di cui vi abbiamo anche parlato in passato, ma stavolta sembra troppo anche per lui. Infatti, il ristorante pavese, da rifugio per gli innamorati, si è trasformato in una sorta di mensa per lavoratori.
Anche in questa vicenda a rendere tutto complicato ci sono le dinamiche familiari: Barbara, che ha ereditato il ristorante dal padre, e il marito Angelo, ex pasticcere, hanno trasformato il posto, il menù a pranzo costa solo 10 euro e addirittura la sera il locale è chiuso. Come se non bastasse, il cuoco è il figlio della coppia e questi sfida continuamente il padre nella gestione e nella visione del ristorante.
Dopo il passaggio di chef Cannavacciuolo tanti ristoranti sono migliorati nella loro visione e il restyling ha funzionato, altri – come ad esempio Il Veliero – hanno dovuto fare i conti con tante difficoltà. Arrivando nel ristorante pavese, lo chef stellato mette subito i puntini sulle i, sottolineando che a dispetto del nome – “La Ca’ Bella” – di bello non vi è nulla e aggiunge: “Per me questo non è un ristorante”.
Antonino Cannavacciuolo chiede a quel punto di assaggiare un piatto e gli vengono preparati dei fusilli “saporiti” con tutta una serie di spezie. Il piatto è stato preparato da Angelo, che viene chiamato in causa dallo chef, il quale gli fa notare che a dispetto del nome, quel primo è tutt’altro che ricco di sapori. Angelo ammette l’errore, ma sarà solo l’avvio del disastro.
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