L’acqua del rubinetto fa bene o male? Finalmente vi diciamo la verità

Per risparmio, abitudine o comodità, sono tantissime le persone che scelgono di bere l’acqua del rubinetto e non acquistare le bottiglie. Ma fa davvero così bene?

Quali retroscena nasconde l’acqua del rubinetto? Un numero piuttosto alto di famiglie la sceglie evitando di acquistare quella imbottigliata. Ma c’è un prezzo che la salute paga per questa preferenza? Scopriamo cosa c’è dietro.

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Acqua di rubinetto, fa bene o male? (Mammeincucina.it)

Diverse volte l’acqua del rubinetto è stata al centro di polemiche, dubbi vari e preoccupazioni riguardo l’essere o meno ideale per la salute. Chi sceglie l’acqua venduta in bottiglia lo fa soprattutto perché non si fida della pulizia e della purezza di quella che scorre in casa. Ma c’è davvero così tanta differenza? A parlare stavolta è l’Istituto Superiore di Sanità, il quale ha pubblicato il suo primo rapporto nazionale sull’acqua potabile.

Acqua del rubinetto, la verità dall’Istituto Superiore di Sanità

L’Istituto Superiore di Sanità ha voluto esprimersi riguardo la qualità e la sostenibilità dell’acqua del rubinetto, allo scopo di diffondere la realtà dei fatti e portare chiarezza nelle case italiane su quali siano o meno le fake news a riguardo.

Innanzitutto, l’ISS ha voluto smentire l’affermazione secondo la quale l’acqua per essere buona deve essere priva di ogni sostanza chimica: al contrario, l’acqua può contenere sostanze chimiche vantaggiose per la salute. Eliminarle non comporta benefici se non un potenziale danno: sostanze come il boro, il selenio, il fluoro, il cromo, il rame, il calcio, il magnesio, lo iodio e il potassio costituiscono elementi essenziali per la salute degli esseri umani. Ridurli comporterebbe anche una modificazione del gusto e danni alle reti idriche. Secondo la normativa, è bene che queste sostanze siano presenti ma chiaramente non devono superare il limite consentito per non diventare dannose e costituire un potenziale rischio per la salute.

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La verità e le fake news sull’acqua di rubinetto (Mammeincucina.it)

Tra i motivi più scontati ma non meno importanti per cui l’acqua del rubinetto possa venir scelta, vi è l’aspetto economico: prediligerla alleggerisce le spese e, inoltre, rappresenta un’alternativa sostenibile perché si ridurrebbe l’uso di plastica limitando l’inquinamento legato al trasporto, alla distribuzione e allo smaltimento delle bottiglie.

Verità e fake news sull’acqua del rubinetto

Altre rilevanti fake news vedono l’acqua del rubinetto come nemico dei reni e portatrice di calcoli: in realtà, questo assunto non vale nemmeno per acque ricche di sali di calcio e magnesio. Il consiglio dell’uso di acque leggere o oligominerali al posto dell’acqua di casa per non rischiare problemi renali non trova alcun fondamento scientifico. La formazione di calcoli renali è legata più ad una predisposizione individuale o familiare. Il calcio è un alleato importante per l’organismo è non va ridotta la sua assunzione a meno che altri problemi in essere non costringano il medico a prescriverne una riduzione.

Falso anche che l’acqua del rubinetto non sia sicura per la salute. Bere l’acqua di casa propria e dei punti di distribuzione è sicuro come bere acqua minerale naturale: questo perché l’assenza o la diminuzione dei rischi dipende in entrambi i casi dai controlli previsti per normativa. Sia l’acqua in bottiglia che quella del rubinetto deve rientrare in standard di sicurezza, pertanto se l’acqua viene considerata potabile tutti possiamo berla con sicurezza.

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Cosa dicono di falso sull’acqua di rubinetto (Mammeincucina.it)

Ancora, è bene non lasciarsi ingannare dalla comune convinzione di non poter conoscere le caratteristiche e le componenti dell’acqua di casa. L’assenza di etichette come le bottiglie non significa non poter risalire alle informazioni di cui abbiamo bisogno: il proprio gestore idro-potabile deve condividere sul proprio sito i dati delle caratteristiche delle acque e dei risultati dei controlli effettuati. Poi, secondo le ultime disposizioni del Ministero della Salute, i cittadini hanno 2 anni di tempo per reperire tutte le informazioni sulle componenti fisico-chimiche dell’acqua del territorio abitato, i piani di sicurezza e i controlli dei gestori e delle ASL. Tutto è raccolto in una piattaforma denominata “Anagrafe territoriale dinamica delle acque potabili (ANTeA)“.

Acqua di casa VS acqua in bottiglia: cosa sapere

A trarre in inganno sono anche le pubblicità e il commercio degli apparecchi di trattamento dell’acqua del rubinetto. L’acqua che arriva nelle nostre case in Italia è di qualità adeguata al consumo e non c’è bisogno di ulteriore lavorazione o trattamento per essere resa potabile (prestiamo solo attenzione a dove la conserviamo prima di metterla a tavola). Tali apparecchi hanno il solo obiettivo di renderla più gradevole in fatto di sapore, odore o aggiungere gas.

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