In Piemonte si celebra il lunedì grasso di Carnevale con la preparazione di una fagiolata destinata a migliaia di persone.
Si tratta della colossale fagiuolata, come si chiama nel gergo locale, preparata il lunedì grasso per celebrare il Carnevale, una tradizione piemontese antichissima, un rituale messo in pratica da oltre trecento persone, per sfamare oltre venti mila persone. La tradizione è tipica della città di Santhià, in provincia di Vercelli, dove ogni anno si porta avanti questa celebrazione culinaria.
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Si tratta della festa di Carnevale più antica del Piemonte e forse dell’Italia intera, risalente agli inizi del 1300. La fagiolata rappresenta uno dei momenti più attesi dell’anno, in particolare delle celebrazioni di Carnevale, che coinvolge tutti i cittadini di Santhià, ma anche i visitatori provenienti da altre parti, i quali si recano qui per l’appuntamento annuale. Quest’anno, il rito si svolgerà il prossimo 3 marzo, in piazza Zeppelli, alle ore 12:00.
La tradizionale fagiolata di Carnevale per sfamare oltre ventimila persone, tra cittadini e turisti
Saranno distribuite oltre venti mila porzioni di fagioli, accompagnati da pane e salame. Il tutto preparato da poco più di trecento addetti, suddivisi in decine di gruppi, per quello che è considerato l’evento più grande, almeno a tema culinario, di tutta la Penisola. Persino la ricetta impiegata per la preparazione dei fagioli ricalca quella usata nei tempi antichi.
Legumi, tutti provenienti dal dal territorio vercellese, salami, cipolle, alloro, sale grosso, lardo, sono gli ingredienti tradizionali, mentre il pane è realizzato dai panettieri locali. Terminata la cottura, la pietanza viene distribuita su delle ciotole, insieme a un tozzo di pane e a una porzione di salame, dopo la benedizione del Prevosto e lo sparo del fucile.
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La fagiolata si consuma direttamente in piazza, in piedi, o appoggiati a muretti, utilizzando cucchiai portati appositamente da casa. Molte persone, però, una volta presa la ciotola, la portano direttamente a casa propria, per consumare il pasto comodamente, in cucina, magari insieme agli amici. Persino la Pro Loco di Santhià fornisce alcuni consigli sulla ricetta.
La ricetta della fagiolata di Santhià, in Piemonte una tradizione di Carnevale da onorare
La ricetta fornita dal Comune prevede l’utilizzo di 2 tonnellate di fagioli di qualità Saluggia, coltivati nel territorio piemontese, una tonnellata di salame da cuocere, proveniente da allevamenti italiani, una tonnellata di pane locale, 1,5 tonnellate di lardo tritato, derivante dalla lavorazione dei suini macellati, 1,5 tonnellate di cipolle tritate, 750 foglie di alloro e 80 chili di sale grosso.
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I fagioli vengono divisi in 150 pentoloni in rame non stagnato, dunque viene aggiunta acqua, poi vengono lasciati a riposo per otto ore, per ammorbidirli. Trascorso il tempo, si scola l’acqua e si riempiono i pentoloni con altra acqua pulita, poi si dà inizio alla cottura. Occorre mescolare di continuo, per evitare che i legumi si attacchino sul fondo, dopo un’ora di cottura si aggiungono il lardo e le cipolle.
Dopo tre ore di cottura si aggiunge il salame e si cuoce per altri 45 minuti. Trascorso il tempo, si tolgono i salami e si aggiungono le foglie di alloro, salando la fagiolata e cuocendo per un’altra ora. Un processo meticoloso e lunghissimo, per una tradizione che entusiasma grandi e piccini.