Mangiare cibi ultraprocessati può risultare particolarmente dannoso per la salute dei bambini, per questo il governo vuole risolvere il problema alla fonte.
Gli alimenti ultraprocessati sono alimenti che hanno subito numerosi processi di lavorazione industriale. Essi si caratterizzano spesso per la presenza di ingredienti raffinati o sintetici, che hanno lo scopo di renderli più gustosi, di prolungarne la durata e migliorarne l’aspetto o la consistenza.
Eppure questi processi non hanno niente di genuino e anzi possono dar vita ad alimenti che risultano dannosi per il nostro organismo. È dunque lecito chiedersi: cosa succede se già da bambini iniziamo a nutrirci con questi cibi?
Il problema di un’alimentazione malsana e basata sull’impiego di cibi industriali ultralavorati interessa in modo particolare il mondo occidentale e per la precisione alcune fasce di popolazione, ad esempio quelle a basso reddito.
I bambini ottengono quasi il 60% del loro fabbisogno energetico da cibi ultraprocessati: i dati spaventano
Nel mondo anglosassone, per esempio, i fast food trovano ampia diffusione e, con loro, anche un’alimentazione potenzialmente dannosa per le persone. Partendo da questo presupposto il governo laburista britannico ha deciso di introdurre alcune misure di contenimento per la produzione, la promozione e la vendita di cibi ultraprocessati.
A partire da ottobre 2025 saranno dunque vietate alcune pratiche. In particolare non si potranno aprire fast food nei pressi delle scuole e inoltre in televisione non si potranno mandare in onda spot promozionali di junk food prima delle 9:00 di sera. Ma non solo, poiché l’intenzione è anche quella di introdurre tasse specifiche per la produzione di alimenti ultra processati.
Un esempio è la sugar tax che è in vigore già dal 2018 nel Regno Unito. Questa norma, conosciuta anche come Soft Drinks Industry Levy, ha introdotto una tassa sulle bevande zuccherate, considerate una delle cause principali di obesità, diabete di tipo 2 e malattie cardiache.
Collaterale alla sugar tax è un’altra iniziativa, che ha anch’essa lo scopo di promuovere la salute alimentare nelle scuole. I fondi raccolti dalla tassa vengono infatti destinati a programmi di promozione della salute nelle scuole, come il finanziamento per attività sportive e programmi educativi per la salute dei bambini.
Il governo britannico vuole infatti promuovere anche l’educazione alimentare nelle scuole, al fine di rendere i giovani consumatori più consapevoli in materia di alimentazione. Tali iniziative danno infatti seguito a una serie di dati preoccupanti raccolti dall’University College di Londra.
Secondo quanto verificato dai ricercatori, infatti, nel Regno Unito i bambini entro i 2 anni ottengono quasi il 50% del loro fabbisogno nutrizionale da alimenti ultraprocessati (ad esempio le patatine in busta). E questa percentuale aumenta fino al 59% negli anni successivi. Delle misure sono dunque necessarie e il governo britannico ha tutta l’intenzione di attuarle nei prossimi mesi.