L’aceto balsamico non è buono solo per le insalate, ma grazie al suo gusto agrodolce si accosta bene a carne, formaggi e dolci. Ma non è tutto oro quel che luccica: il condimento must have in cucina nasconde rischi e controindicazioni.
L’aceto balsamico è uno dei condimenti più diffusi sulla tavole delle famiglie italiane, capace di sconvolgere i sapori e gli accostamenti, proprio come nel caso dell’avocado. Ma iniziamo con un po’ di storia prima.
L’aceto balsamico nasce secoli fa e le prime tracce storiche risalgono addirittura al 1474. Inizialmente l’aceto prodotto in casa veniva alterato per renderne il sapore più gradevole e meno acetico, per l’appunto. Era comune, infatti, aggiungere erbe aromatiche, come il rosmarino e vaniglia, ma anche piante come liquirizia e rose. Questa procedura si è diffusa nei secoli concorrendo a creare la fama degli “aceti alla modenese”.
Sarà poi nel 1747, nei registri delle cantine del Palazzo Ducale di Modena che comparirà l’aggettivo “balsamico” e le successive categorizzazioni. Negli ultimi decenni del 1800 l’aceto balsamico raggiungerà poi la massima diffusione, diventando il condimento che oggi conosciamo.
L’aceto balsamico definito “tradizionale” però deve avere alcune caratteristiche che ne riconoscono il titolo di DOP. In particolare deve essere prodotto con uve provenienti dalla provincia di Modena e Reggio Emilia. All’aceto balsamico “non tradizionale” invece riconosciuto solo il marchio IGP. Tuttavia, non è sempre detto che si possa consumare.
Il bene ed il male dell’aceto balsamico: tutto quello che c’è da sapere
L’aceto balsamico ha diverse proprietà benefiche e presenta un alto contenuto di sali minerali, rallenta senza appesantire l’attività gastrica e ha proprietà disinfettanti antibatteriche e anche antivirali. Ma non solo. Ha un limitato apporto calorico e non contiene colesterolo, ottimo quindi per chi soffre di problemi cardiovascolari.
A fronte di queste caratteristiche benefiche, però, può avere anche diverse controindicazioni. Insomma, si tratta certamente di un condimento più che apprezzato da avere a tavola, che si sposa bene con gli accostamenti più particolari, ma come si suol dire, il troppo stroppia. Motivo per cui andrebbe usato con moderazione, specialmente se si soffre di patologie cardiocircolatorie o gastriche.
L’aceto balsamico, infatti, è sconsigliato a soggetti diabetici, in quanto capace di influenzare la quantità di glucosio e insulina nel sangue. Va quindi tenuto sotto controllo qualora si assumano farmaci che trattano il diabete, cosi come nel caso di farmaci antipertensivi. Ma non solo.
Sarebbe anche in grado di abbassare la pressione sanguigna e potrebbe quindi causare effetti indesiderati legati all’ipertensione. Va inoltre sottolineato che è da sconsigliare per tutte quelle persone che soffrono di gastrite o reflusso gastro-esofageo. Trattandosi infatti di un sottoprodotto del vino, potrebbe andare a peggiorare i sintomi di queste due malattie.
Certo, rinunciare all’aceto balsamico potrebbe essere difficile, ma fortunatamente basta farne un uso accorto, magari come condimento alternativo. Basterebbe, per esempio, aggiungere a tavola una piccola ciotola da accostare ad un antipasto rustico o ancora fragole, patatine e Parmigiano Reggiano. Fortunatamente il suo sapore forte permette di usarne piccole dosi e non privarsi, così, del suo sapore intenso e unico nel suo genere!
Piccolo disclaimer: questo articolo non intende né pretende sostituirsi a una rivista scientifica, motivo per cui le informazioni presenti sono più delle piccole pillole di conoscenza sull’aceto balsamico nel caso in cui si stia male ogni qual volta si mangia o se ancora il loro consumo sia esagerato. Nel caso in cui si stia male a causa di patologie pregresse, quindi, sarebbe opportuno contattare il proprio medico curante per una diagnosi più accurata e un controllo più opportuno.