Rischio Anisakis: l’allerta è mondiale 🦠 Se non vuoi finire in ospedale 🏨 occhio a queste regole

Il pericoloso parassita Anisakis non perdona: se non segui queste piccole regole rischi di finire in ospedale

Una delle prelibatezze della cucina nostrana e internazionale è sicuramente il pesce crudo. Dal sashimi alle ostriche, dalla tartare ai nigiri, tutto concorre a rendere le cruditè di pesce una vera delizia per il palato.

anisakis
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Soprattutto ai matrimoni, giusto per citare uno dei casi più emblematici, non c’è banchetto che non presenti una vasta gamma di crudi come tonno, salmone, ostriche, frutti di mare, gamberi e chi più ne ha, più metta. Se ti è già venuta l’acquolina in bocca, cara mamma, ti capiamo benissimo.

Eppure, forse proprio per la sua squisitezza, non sono di certo da sottovalutare i rischi legati al consumo di pesce crudo. Nel caso in cui questo arrivi sulle nostre tavole non trattato adeguatamente, sintomi come febbre, vomito, crampi addominali e diarrea sono all’ordine del giorno e a causarli, in questo caso, è proprio l’intossicazione da anisakis, uno dei tanti pericoli del crudo.

Si tratta di un parassita, un vermetto biancastro o rosato dalla lunghezza di 1-3 centimetri, visibile in alcuni casi anche a occhio nudo, che si trova nel Mar Mediterraneo, specialmente nel Mar Adriatico. L’anisakidosi o anisakiasi si manifesta nel tratto gastrointestinale a seguito di un’infezione parassitaria provocata dalle larve di parassiti.

Non tutto il pesce crudo o poco cotto, però, presenta queste larve. Sono state riscontrate, infatti, concentrazioni maggiori di anisakis in sardine, alici, sgombro e pesce spatola, mentre salmone, branzino e orata sono pesci a zero rischio di infezione. Ma come fare per annientare questo parassita?

Tutti i segreti contro l’anisakis

Partiamo da una premessa fondamentale: nella maggior parte dei casi quando si mangia pesce crudo, le larve muoiono senza provocare problemi di salute. Come riportato da ‘Il Salvagente’ dal 1996 al 2011 sono stati registrati solo 54 casi di infezione umana da anisakis. Ma non solo. Le reazioni allergiche più serie, come lo shock anafilattico, sono ancora più rare.

pesce crudo rischio anisakis
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Questi dati confortanti però non devono di certo farci abbassare la guardia quando si mangia pesce crudo. La sicurezza, infatti, è di fondamentale importanza. Proprio per questo, per evitare ogni rischio di infezione si dovrebbe:

  • Togliere il prima possibile le viscere dal pesce. In questo modo, diminuirà di molto il passaggio delle larve dalla cavità viscerale ai muscoli.
  • Fare attenzione che il pesce sia stato prima congelato a meno 18 gradi per almeno 96 ore.
  • Nel caso in cui non sia ancora abbastanza sicura, rinuncia al crudo e cuoci il pesce per almeno 10 minuti per uccidere tutte le larve all’interno.
  • Infine, se vai a pranzo o a cena fuori, è importante assicurarsi che il pesce crudo prima sia stato abbattuto, come stabilito dalla normativa dell’Unione Europea in vigore dal 2004.
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