Chi ha inventato la pizza a taglio? Una domanda che in tanti si pongono, il merito è di Napoli, Anzio e del Duce.
Ma quanto è buona la pizza al taglio? Un piatto che piace praticamente a tutti. Comodo, pratico e veloce, quando siamo in giro cosa c’è di meglio che un bel trancio di pizza? Uno snack perfetto da consumare in qualsiasi momento della giornata.
In tanti però si chiedono come nasca la pizza al taglio, quella che a Roma viene definita come “pizza a taglio”. In particolare nella Capitale è la pizza “in teglia a taglio”. Che a dirlo così così sembra più uno scioglilingua.
Ed effettivamente a Roma la pizza si mangia un po’ ovunque, c’è quella del fornaio, quella alla pala, tonda al piatto, quella sottile e la scrocchiarella, come ricorda anche Gabriele Bonci durante una puntata di Chef’s Table, una serie di Netflix dedicata a vari chef provenienti da tutto il mondo. Ma quella al taglio chi l’ha inventata?
A quanto pare, e secondo quanto scrive Repubblica, la pizza a taglio nasce grazie a una donna, Renata Pollastrini, che discendeva da una famiglia di Torre del Greco. L’inventrice della pizza a taglio, e quindi di questo prodotto tipicamente romano, sarebbe proprio lei.
Nonostante il padre della pizza romana a taglio nelle teglie, quella con i condimenti nuovi, e gli impasti idratati e con le bolle, passa da Angelo Iezzi, in particolare dalla pizzeria “Angelo e Simonetta” sulla via Nomentana a Roma.
Un percorso quello di Iezzi che ha visto modificare la pizza rispetto a come si faceva un tempo, togliendo lo strutto e praticando lunghe lievitazioni.
Iezzi però ha iniziato a fare questo mestiere negli anni ’75-76, e la pizza già si faceva dagli anni ’60 secondo una ricetta portata dai ternani a Roma. Iezzi, invece, è partito da Viale Eritrea per poi aprire la sua pizzeria nel 1987 con la moglie, Simonetta, da cui effettivamente poi ha preso il nome il locale.
Ma tornando alle origini, e alla signora Renata Pollastrini, sembra che sia stata proprio lei negli anni ’20-’30 l’inventrice della pizza a taglio. In particolare ne fece un sostentamento per la sua famiglia.
A raccontarlo è il nipote, Beniamino Colantuono, noto anche come “Nino” della pizzeria Boccione a Roma, su piazza Lavinio. Sua nonna, la signora Renata, faceva la pizza fritta e la dava ai ragazzini per venderla in spiaggia ad Anzio.
Ma quando i Carabinieri la fermarono perché non aveva la licenza per questo commercio la donna, non si perse d’animo, e anche se la sua famiglia era di sinistra fece scrivere una lettera al Duce. E fu così che ottenne il permesso continuando a friggere le sue pizze, mandandole a vendere in spiaggia.
Dopo la guerra, aprì una trattoria vicino a Corso del Popolo, con il marito Ercole Colantuono. E fu lì che inventò la pizza a taglio. Ma la vendeva a pezzo e non a peso. Inoltre, la cuoceva come si era soliti fare a quel tempo nell’unico forno della zona.
Poi nel ’61 il figlio Silvio aprì una pizzeria rosticceria a Lavinio, attività che ora gestisce il figlio di quest’ultimo, ovvero Beniamino insieme alla moglie Paola. La pizza tipica di Anzio, proprio come serviva sua nonna Renata, è quella con le verdure.
(fonte: Repubblica.it)
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