Continuano ad arrivare risposte – che più che altro potremmo definire polemiche – alle dichiarazioni di Alessandro Borghese sulla poca voglia di lavorare dei giovani.
Non si arresta in alcun modo la polemica scatenata da Alessandro Borghese con le sue dichiarazioni.
Ricordiamo che lo chef di recente, intervistato dal Corriere della Sera, si è lamentato del fatto che nel suo ristorante di Milano non riesce a trovare dei giovani disposti a lavorare.
Per lui il problema fondamentale sarebbe la scarsa voglia di lavorare da parte dei ragazzi soprattutto nei weekend.
Dello stesso avviso altri ristoratori ed imprenditori, primo tra tutti Flavio Briatore, che aveva ammesso di avere lo stesso problema in alcuni dei suoi ristoranti ed aveva incolpato per questo il reddito di cittadinanza.
Nel frattempo, però, da quando l’intervista di Alessandro Borghese è stata pubblicata, sono scoppiate una serie di polemiche e stanno arrivando risposte da parte di aspiranti oppure ex chef da tutta Italia e non solo. Ecco cosa sta accadendo.
Ecco le risposte alle dichiarazioni di Alessandro Borghese
Sul web, sui social sono tantissime le risposte alle dichiarazioni di Alessandro Borghese.
Nel frattempo comunque, ecco cosa aveva detto lo chef non molto tempo fa.
Camerieri, cuochi, lavapiatti di tutta Italia si sono lamentati dopo aver letto le sue parole del fatto che in realtà non è la voglia di lavorare che manca.
Ciò che manca davvero è uno stipendio adeguato, unito ad una sicurezza ed ad una possibilità di realizzazione.
Sui social, ad esempio, si leggono commenti come: “Orari lunghi e sottopagati ti sfruttano e manipolano con scuse varie per non pagare. Soprattutto con la scusa del “ti farò un contratto indeterminato” che non arriva e se te lo fa qualcuno non è mai per il numero di ore che davvero fai”.
C’è chi si lamenta poi del fatto che i camerieri fanno turni di 12 / 14 ore al giorno per degli stipendi bassissimi.
Tra l’altro spesso sono costretti a lasciare anche la terra di origine per potersi realizzare senza però avere comunque alcuna gratificazione.
Chi, invece, sostiene che sia insostenibile iniziare a lavorare alle 6 di mattina per poi finire la sera, con pochissime pause durante la giornata.
E ancora, c’è chi afferma di non aver avuto alcun giorno libero, né di aver visto i propri straordinari retribuiti, di non aver ricevuto alcuna liquidazione, di essere stato pagato a nero e di aver ricevuto anche un’indennità di disoccupazione bassissima.
Ci sono poi due donne, Samantha Marzullo e Nina Iacuzzo, socie e fondatrici di Guru Jobs, società di selezione del personale con sede principale a Bologna, ma attiva in tutta Italia, che hanno voluto a loro volta rispondere allo chef.
Del resto la loro società di occupa soprattutto di reclutare il personale nel settore della ristorazione e dell’hotellerie, quindi conoscono bene la “voglia di lavorare” di cui parlava Borghese.
A detta loro i ragazzi semplicemente vorrebbero contratti di lavoro adeguati.
E poi vorrebbero poter crescere, sentirsi realizzati e appagati e lavorare in un ambiente stimolante, cosa che di rado accade.
Spesso, infatti, non si sentono apprezzati, non ricevono alcuna gratificazione e non solo dal punto di vista economico.
Secondo loro i ristoratori non offrono ciò che i giovani vorrebbero, ecco perché alla fine questi si ritrovano a non essere mai davvero felici di andare a lavoro.
La felicità insomma non è legata ad uno stipendio chissà quanto alto, ma ad uno che sia almeno equo e proporzionale alla mole di lavoro.
Inoltre a ciò si aggiunge che spesso anche i turni di lavoro non vengono rispettati e che gli straordinari non vengono pagati quasi mai.
Infine l’altro enorme problema è che chi entra in un ambiente di lavoro vorrebbe poter crescere, sentirsi realizzato insomma e per farlo è anche disposto a partire dal gradino più basso senza problemi, a patto però di poter apprendere cose nuove.
Molto spesso però neanche questo accade, ecco perché i giovani alla fine si ritrovano a compiere sforzi senza però avere davanti a loro una prospettiva di crescita reale e sono spinti così a lasciare quel lavoro ed a trovarne un altro più gratificante.
Samantha Marzullo e Nina Iacuzzo hanno affermato di aver ricevuto nell’ultimo anno 10.000 curriculum di ragazzi che vorrebbero fare i camerieri e più di 38.000 tra personale di sala e cucina.
E questo reputano strano, ma si spiegano l’assenza di personale oggi con il fatto che oggi nel processo di selezione non si tiene conto delle attitudini di una persona, del suo desiderio di apprendere e di mettersi in gioco.
Secondo loro, quindi, oggi dovrebbe cambiare il concetto di gavetta, che dovrebbe essere una vera e propria formazione stimolante, che premia chi è bravo davvero.
Nel frattempo, però, ci ha pensato la madre di Alessandro Borghese, Barbara Bouchet – che a breve sarà la madrina della 37 esima edizione del Lovers Film Festival diretto da Vladimir Luxuria – a tentare di placare le polemiche nate intorno al figlio.
Per replicare a tutte le risposte che stanno arrivando alle dichiarazioni di Alessandro Borghese, infatti, l’attrice ha affermato che le sue parole sarebbero state fraintese.
Secondo lei in sostanza i suoi figli sarebbero stati semplicemente abituati fin da ragazzi a cavarsela da soli, senza aiuti finanziari da parte sua e sarebbe stata questa la genesi delle parole dello chef.