Gordon Ramsey ha parlato in una recente intervista dei ristoranti che hanno chiuso a causa della crisi post – Covid e le sue parole non sono state affatto dolci. Ecco cosa ha detto.
Con la sua solita “pacatezza”, Gordon Ramsey, chef famoso in tutto il mondo, ospite di Ed Balls a Radio Times ha commentato le chiusure dei ristoranti post – Covid.
Gli ultimi due anni sono stati terribili per molti chef di tutto il mondo e questo lo ha confermato anche Ramsey.
Persino lui ha avuto non pochi problemi a causa della crisi dovuta alla pandemia: ha infatti ammesso di aver perso ben 60 milioni di sterline.
Sappiamo inoltre, stando all’associazione UK Hospitality, che la pandemia ha eliminato ben 700.000 posti di lavoro.
Inoltre sappiamo che anche diverse catene hanno dovuto chiudere alcune loro filiali. Tra queste ricordiamo Pizza Express, Gourmet Burger Kitchen, Cafe Rouge, Bella Italia, Carluccio’s, Byron Burger, Frankie & Benny’s. E queste non sono le uniche.
Ma non finisce qui, perché dal parlare di dolore e sofferenza alle parolacce – nel senso letterale del termine – stato un attimo.
E così Gordon Ramsey si è lasciato andare a dichiarazioni non proprio fini e gentili nei confronti di alcuni ristoranti che hanno chiuso ultimamente.
Gordon Ramsey e le sue parole sulle chiusure post pandemia
“Sono finite le caz***e”: così Gordon Ramsey ha commentato la chiusura di alcuni ristoranti a causa del Covid – 19.
A proposito di polemiche, ecco le parole di Flavio Briatore sui giovani e la loro poca voglia di lavorare.
La situazione attualmente sta migliorando, parola di chef. Ma comunque secondo lui questi due anni sono serviti a mettere in luce chi davvero valeva e far crollare quelli che invece non avevano ragione di esistere.
Così Ramsey ha riassunto tutto dicendo semplicemente che “la m***a è sparita” e alla domanda di Balls su se ci fossero catene in particolare a cui si riferiva, la sua risposta è stata sorprendente.
Secondo le sue dichiarazioni – in pieno stile Ramsey ovviamente – sono sparite le persone che si trovavano in una posizione privilegiata e se ne approfittavano, ma non ha fatto alcun nome specifico.
Del resto, adesso secondo lui i clienti sono diventati più intelligenti ed attenti, hanno imparato a cucinare (avendo anche avuto molto più tempo libero a disposizione) ed ora sono più consapevoli del cibo “buono”.
La pandemia insomma avrebbe alzato il tiro, quindi il livello della ristorazione oggi sarebbe più alto e l’arroganza del settore sarebbe stata spazzata via dalla crisi.
Beh, che dire: chissà quanti altri addetti del settore e clienti la pensano in tal modo, anche se magari non arrivano ad esternare le proprie idee in questo modo “colorito”.