Come riconoscere se i cibi sono ancora freschi? Pur non essendo scaduti potrebbero non essere più buoni e viceversa. Ecco alcune regole per capirlo.
Quante volte vi sarà capitato di avere in dispensa o in frigorifero alcuni cibi che nonostante non siano ancora scaduti sembrano andati a male? Purtroppo infatti non sempre la data di scadenza è sufficiente a garantire che un cibo non sia avariato. Se è stato conservato male potrebbe essersi deteriorato prima del tempo.
Altre volte invece capita che alcuni cibi pur essendo scaduti siano ancora commestibili. Come fare allora a riconoscere se i cibi sono ancora freschi? In questo articolo vogliamo fornirvi alcune regole per capirlo.
Diciamo che in linea di massima la regola di annusare un cibo vale sempre. Se ci rendiamo conto che emana un odore cattivo o diverso dal solito potrebbe significare che il prodotto è andato a male e quindi è meglio buttarlo se non si vuole incorrere in una gastroenterite.
Per comodità molti di noi preferiscono fare scorte e comprare più cibo del dovuto così da non dover sempre andare al supermercato a fare spesa. Se da un lato è giusto tenere un po’ di cibo in dispensa, dall’altro per alcuni cibi freschi, questa regola non vale. Molti prodotti infatti si deteriorano se tenuti troppo a lungo in dispensa o in frigorifero, quindi sarebbe bene acquistarli quando necessario.
Ci sono però alcuni ingredienti considerati di base, ovvero utili alle preparazioni, che in genere hanno tempi di deterioramento più lunghi. Pur non rovinandosi con estrema facilità può capitare però che anche questi prodotti vadano a male. Ecco perché è bene sapere come riconoscere se i cibi sono ancora freschi e quindi commestibili.
1) Frutta e verdura. In linea di massima quando si acquistano è bene fare attenzione ad ammaccature, macchie scure e alla consistenza, se sono mosce è meglio lasciarle dove si trovano perché significa che sono già vecchie. Se invece capita che al momento dell’acquisto frutta e verdura erano fresche e poi hanno assunto diverse sembianze dopo alcuni giorni che stazionavano a casa nostra dovremo valutare al momento di mangiarle se sono ancora buone o meno. Se le consumeremo subito non ci sono problemi, l’importante è non lasciar passare troppi giorni altrimenti si formeranno delle muffe. In tal caso possiamo provare a recuperare la parte non intaccata da quest’ultime ma se vediamo che è ricoperta in gran parte dalla muffa è meglio buttarla.
2) Farina. Capire se è andata a male nonostante la data di scadenza sarà piuttosto semplice. Basterà osservarla e annusarla. Non ci dovranno essere infatti piccoli insetti o macchie. Anche l’odore che sprigiona è importante, se sentiamo che è cattivo buttiamola.
3) Burro. Si tratta di un alimento che può deperire facilmente, infatti va conservato sempre in frigorifero e a basse temperature. Oltre all’odore cattivo e il sapore acido si può capire se il prodotto è andato a male dal colore. Se ha delle macchie significa che è vecchio e quindi va buttato. Anche se non ancora scaduto, se ha tutte le caratteristiche elencate sopra, significa che è stato conservato male e quindi si è deteriorato.
4) Uova. Per capire se sono fresche ci sono diversi metodi.
5) Olio d’oliva. Per capire se questo ingrediente, alla base della cucina italiana, è ancora fresco o no, bisognerà attivare le papille gustative e i recettori olfattivi. In particolare se annusandolo sa di rancido e l’odore assomiglia a quello della vernice significa che si è deteriorato. In genere questo processo deriva da una reazioni chimica dovuta a una cattiva conservazione. Esposto alla luce e al calore infatti può subire questa trasformazione. Ecco perché è bene conservare l’olio in luogo fresco, asciutto e buio, meglio ancora se in una bottiglia scura.
6) Latte. Si tratta di un alimento che potrebbe deteriorarsi prima della data di scadenza, specie se una volta aperto si lascia in frigorifero per troppi giorni o se peggio ancora viene dimenticato fuori dal frigorifero. Per capire se è andato a male si può osservare anche il colore, se non è più bianco perla e ha prodotto dei grumi, potrebbe essersi deteriorato. Se dunque sa di acido meglio gettarlo. Se invece il latte è ancora chiuso ed è scaduto da un giorno o due si potrà provare ad annusarlo, se non emana un cattivo odore si può ancora bere. Questo vale anche per lo yogurt. Se è scaduto da un giorno e il sapore è buono si può ancora consumare.
7) Aceto. Essendo il prodotto di una fermentazione è difficile capire se è andato a male. Per via della sua acidità è uno di quei prodotti che si conservano bene. Quando si forma quella sostanza viscida, detta madre, significa che l’aceto sta invecchiando come si deve. L’unico lato negativo è che acquisisce un sapore più forte. Se conservato senza tappo può però deteriorarsi perché possono entrarci dei piccoli insetti o dei batteri.
8) Lievito in polvere. Se si è deteriorato comprometterà l’esito dei prodotti da forno come torte e pizze. Per verificare se è ancora buono e utile a svolgere la sua azione si può provare con questo metodo. Versando mezzo bicchiere d’acqua bollente sulla polvere se questa inizierà a produrre delle bollicine significa che il lievito è ancora fresco.
9) Formaggi. Può capitare che sui formaggi stagionati si formi uno strato di muffa, sia sulla buccia che sulla pasta. In questo caso basterà togliere i primi centimetri dove si è depositata e poi potremo mangiarlo tranquillamente. Ovvio che se il sapore dovesse essere cattivo va buttato. Discorso diverso invece per i formaggi freschi. In questo caso se si forma la muffa vanno gettati.
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